lunedì 2 febbraio 2015

40 anni nel mito, come la Golf e la Disco Music

Ci sono oggetti, ma soprattutto persone che hanno definito il proprio tempo, senza i quali la comunità cui appartengono non avrebbe vissuto nello stesso modo, non avrebbe pensato o sognato allo stesso modo. Questi sono divenuti dei veri e propri miti, hanno reso gloriosa l'epoca durante la quale hanno vissuto e sono entrati a far parte della storia.



Esistono tanti tipologie di figure mitologiche, le divinità che io venero appartengono al mondo della musica perché senza certi fenomeni del pop, del rap o del rock niente (o quasi) di quello che vediamo, ascoltiamo e vestiamo oggi sarebbe mai esistito.
Negli ultimi 40 anni una quantità impressionante di artisti, cantanti e musicisti, ha imposto il proprio nome e il proprio stile alla società del periodo, rimanendo comunque in voga anche nei tempi a venire. Esempio lampante di questa teoria è la disco music che ha festeggiato il 40esimo compleanno nel 2014.

Avendo dei genitori molto giovani, non posso certo dirvi che la passione per questo genere musicale mi sia stata tramandata, dubito che mia madre a 10 o 11 anni potesse ballare a ritmo di Ring My Bell. Io conosco i successi di quel periodo perché sono rimasti nella storia, perché i dj ce li propongono ad ogni serata e perché non c'è pubblicità che non tragga spunto dalla musica del passato.
Corsi e ricorsi della moda e della musica, così è cresciuta la mia generazione, rievocando successi e mantenendone vivo il ricordo. Il mondo della disco music si aggiorna e cresce, rendendo sempre onore agli artisti che diedero i natali a tutto questo: i Bee Gees, Donna Summer, Gloria Gaynor e molti altri ancora.

Se i miei genitori erano troppo giovani per la disco music negli anni '70, non lo erano negli '80, periodo in cui io venni al mondo e durante il quale questi due sbarbatelli si divertivano a scarrozzarmi in giro per la città a bordo di un'indimenticabile Volkswagen Golf arancione. In macchina ascoltavano Madonna e Michael Jackson, ma anche qualche successo italiano, ricordo tra tutti Pino Daniele.



La loro musica, in particolare mi riferisco agli ultimi due, resterà nel cuore di tutto noi per sempre e sicuramente il fatto che loro non ci siano più li rende immortali ai nostri occhi. La macchina dei miei genitori, l'eccentrica Golf Arancione, ci ha accompagnati per molti anni e non la dimenticherò mai!
Quello della Volkswagen è un caso straordinario di capacità di cambiamento che non ha pari nella storia dell’automobile. Nel 1974 la Volkswagen rivoluzionava se stessa, interrompendo la gloriosa produzione di una delle auto più vendute al mondo: il Maggiolino. C’era bisogno di qualcosa di nuovo, un’automobile in grado di guardare al futuro e che rispondesse a nuove esigenze: una vettura compatta, senza essere un’utilitaria, spaziosa dentro e piccola fuori, piacevole da guidare e da possedere. Il designer italiano Giorgetto Giugiaro progettò un’automobile che racchiudeva in sé i valori storici del marchio e ci aggiunse un design italiano e moderno a due volumi, sobrio e sportivo allo stesso tempo. Nacque così la Golf, un’auto trasversale, desiderata e voluta da categorie di persone molto diverse tra loro. C’è n'è una per ogni italiano ed è proprio per questo motivo che Golf è diventata un’icona al pari di Blondie o del surf pop dei Beach Boys, un mito che si rinnova, non si appanna e rimane vivo grazie al miglioramento continuo e all’innovazione.


 La Golf è un punto fermo, una certezza, come quella canzone che certamente il dj ti farà ascoltare, o come quella foto con i miei genitori che, seppur sfocata e appannata dal tempo, resterà per sempre in casa mia, nella sua bella cornice.

Ascoltando: Kung fu fighting - Carl Douglas

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